E se Facebook scansionasse i vostri messaggi privati?

Attenzione alla privacy, il popolare social network potrebbe utilizzare le vostre informazioni per offrirvi pubblicità.

E se Facebook scansionasse i vostri messaggi privati?

27 Giugno 2016

Chi di voi non ha mai avuto qualche piccolo segreto racchiuso dentro ai messaggi privati di Facebook che sarebbe meglio non divulgare?

Fare attenzione alla privacy e controllare che nessun parente e/o conoscente si metta sbirciare nelle nostre chat sembra non essere più sufficiente.

Già, perché pare che lo spione sia lo stesso social network.

A quanto pare, infatti, Facebook avrebbe (già…) scansionato i messaggi privati dei suoi iscritti per ottenere dati utili per le inserzioni pubblicitarie.

Proprio per questo motivo è in atto una class action ai danni di Facebook e sembra che l’accusa, dopo aver parlato con gli ingegneri software e aver ottenuto accesso al codice sorgente del sistema di scansione, abbia pochi dubbi: «I dati che Facebook genera a partire dai messaggi privati dei suoi utenti, e che vengono conservati per un tempo non definito, potrebbero essere usati, per qualsiasi ragione, da qualunque impiegato di Facebook, in ogni momento».

Inoltre: «L'analisi fornisce anche un data query specifica che qualunque impiegato di Facebook può sfruttare per identificare chiunque abbia inviato o ricevuto un determinato link durante il periodo indicato dall'impianto accusatorio».

Non solo i messaggi privati di tutti gli utenti verrebbero sistematicamente scansionati, ma anche indicizzati in un database.

L’azienda di Zuckerberg si difende affermando che questi dati vengono utilizzati a blocchi e in modo del tutto anonimo e la pratica sarebbe circoscritta all’individuazione di malware o immagini pedo-pornografiche.

Secondo Facebook, questo sistema di scansione sarebbe «più simile alla lista dei libri più venduti del The New York Times. I dati anonimi e aggregati sono usati per indicare la popolarità di un determinato libro».

Descrivere queste azioni come lesiva della privacy degli utenti sarebbe, quindi, «un attacco di carattere tecnico agli elementi base della programmazione informatica».

Facebook non è di certo nuovo a queste accuse. Già nel 2012 era stato segnalato come il social network utilizzasse i messaggi privati dei suoi iscritti per aumentare il numero di “like” a determinati link.

Voi cosa ne pensate? Non avete niente da nascondere o la cosa vi infastidisce parecchio?

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