Finalmente in Italia la legge che consente di donare il cibo scartato
Nelle ultime settimane è stata approvata una legge contro gli sprechi alimentari, che agevola (anche dal punto di vista burocratico) il loro recupero e donazione.
Questa iniziativa segna un buon passo in avanti, se consideriamo che ogni anno in Italia, secondo i dati dell’Osservatorio Waste Watcher di Last minute market, insieme ai cibi buttati vengono “bruciati” oltre 8 miliardi di euro.
Sarà possibile donare frutta e ortaggi che rimangono nei campi e cibi che mostrano danni al packaging o in scadenza, a patto che si presentino in buono stato.
I Comuni, inoltre, avranno facoltà di ridurre la Tari, la tassa sui rifiuti, a chi dona il cibo alle Onlus.
Non è tuttavia prevista alcuna sanzione a chi non si adegua alla nuova normativa.
Al contrario, in altri Paesi europei vengono comminate delle multe a chi si ostina a gettare il cibo. Come succede in Francia, dove sono previste contravvenzioni fino a 75.000 euro e due anni di carcere per i gestori di supermarket che buttano le eccedenze anziché donarle alle organizzazioni benefiche.
Questo “buco” legislativo ha scontentato il gruppo Cor (Conservatori e riformisti), che si è astenuto dal votare, accusando un indebolimento del testo a causa della mancanza di un sistema sanzionatorio.
La normativa è stata presentata l’anno scorso in occasione di Expo, in seguito arricchita dalla legge di Stabilità – che ha innalzato a 15.000 euro (dai precedenti 5000) il valore del cibo donato per cui non è necessario dare comunicazione all’Agenzia delle Entrate – e dà ulteriori incentivi e agevolazioni per chi regala le eccedenze alimentari o i prodotti farmaceutici alle Onlus.
La lotta allo spreco sembra davvero aver preso la giusta direzione, anche se molte cose sono ancora migliorabili per poter mettere tutti d’accordo.
Le donazioni verranno prioritariamente indirizzate all’alimentazione dei bisognosi, mentre i prodotti non idonei o in eccedenza verranno ceduti alle associazioni che si occupano di animali.
Verrà anche incentivato l’uso delle doggy bag nei ristorati – pratica molto più diffusa all’estero che in Italia – con il finanziamento di progetti di riutilizzo delle eccedenze o di promozione all’utilizzo di contenitori take away per i ristoranti.