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14 Dicembre 2016
Chi ha detto che i soldi fanno la felicità? Secondo un recente studio della London School of Economics (LSE) per arrivare alla felicità c'è bisogno di salute e buoni amici.
La stabilità economica è un obiettivo comune a molti e non riuscire a far quadrare i conti può essere una notevole fonte di stress. La ricerca della LSE, pubblicata sul Guardian online, ha dimostrato però che per arrivare alla felicità è meglio agire su ansia e depressione, che, se eliminate, ridurrebbero l'infelicità del 20%. Se si riuscisse a diminuire la povertà in ambito sociale, la riduzione di infelicità, secondo i dati della ricerca, sarebbe al 5%.
Negli ultimi 50 anni i redditi medi generali sono più che raddoppiati, ma il tasso di felicità non è affatto aumentato. Analizzando i dati di quattro Paesi, compresi Stati Uniti e Germania, si è notato come la soddisfazione dei propri cittadini dovrebbe essere una priorità dei Governi. Come ha sottolineato Lord Richard Layard, economista di grande fama, le spese per ridurre stati di ansia e depressione nelle persone non solo dovrebbero essere altamente perseguibili, ma sarebbero praticamente autofinanziate in quanto il Governo andrebbe a recuperare le spese con una maggiore occupazione e più entrate fiscali, oltre ad un abbassamento dei costi del Sistema Sanitario Nazionale. “Affrontare la depressione e l'ansia”, afferma Layard, “sarebbe quattro volte più efficace di affrontare la povertà”.
Lo studio è concentrato su un lasso di tempo molto ampio e, in ogni epoca analizzata, i fattori sociali e psicologici sono risultati nettamente più importanti del denaro per raggiungere il benessere individuale e collettivo. “Tutto questo richiede un nuovo ruolo per lo Stato” continua Layard, “non la creazione di ricchezza, ma la creazione di benessere”.