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Dimmi che emoji usi e ti dirò chi sei!
Le emoji e le emoticon utilizzate indicano molto della nostra personalità. Ecco cosa dice una ricerca.
Con l'avvento degli smartphone la comunicazione interpersonale è radicalmente cambiata. Oggi gli appuntamenti si prendono su WhatsApp, Messenger o Telegram, ci si chiama con Skype, FaceTime o Viber, e si fanno conferenze su ooVoo. In tutti questi programmi e App è possibile utilizzare emoji ed emoticon, simpatiche, colorate e dirette, che a volte dicono molto più di mille parole, tanto che ormai non utilizzare emoji in una chat è praticamente impossibile.
Inoltre, l'utilizzo di emoticon indica molto della nostra personalità! Secondo una ricerca pubblicata su Cognitive Science, infatti, in base alle emoji che scegliamo, cambia la percezione che gli altri hanno di noi e viceversa. Come sostiene Linda Kaye, psicologa dell'Università di Edge Hill, la nostra personalità si esprime anche attraverso la scelta delle emoticon e questo influisce inevitabilmente sui nostri rapporti sociali.
Quando parliamo con una persona faccia a faccia o in una videochiamata, oltre al linguaggio verbale utilizziamo gesti, espressioni e determinate posture. Quando invece ci troviamo a scrivere, il cosiddetto “linguaggio non verbale” viene sostituito da emoji ed emoticon. “Il più delle volte usiamo gli emoji come gesti, come un modo di valorizzare le espressioni emotive. Ci sono molte peculiarità nel modo con cui gesticoliamo e le emoji sono qualcosa di simile, soprattutto nei differenti modi sul come e perché le usiamo” afferma Kaye.
Utilizzare quindi emoticon permette di esprimere qualcosa che va oltre le parole, concetti e stati d'animo, ormai di uso comune non solo tra i più giovani. E questo “nuovo” linguaggio, secondo gli studiosi, è legato molto alla personalità di ognuno: “le persone fanno giudizi su di noi in base a come usiamo le emoji. Bisogna essere consapevoli che questi giudizi possono differire a seconda del dove o con chi si usa quell'emoji, se - ad esempio - con persone di lavoro o con la famiglia o gli amici” sottolinea Kaye.