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Vuole abortire, contatta 23 ospedali prima di riuscire a trovarne uno disponibile
L'agonia di una quarantenne che si è vista respingere in tutto il Veneto ed è riuscita ad interrompere la gravidanza solo all'ultimo momento.
Una quarantenne al secondo mese di gravidanza aveva intenzione di abortire, ma per farlo è stato necessario intraprendere un'odissea. La donna ha cominciato a chiedere disponibilità per interrompere la gravidanza agli ospedali del Veneto, accumulando tantissimi rifiuti. Nel giro di poco tempo è arrivata a 23 ospedali che, per vari motivi, le dicevano di non poter accogliere la sua richiesta. Ha tentato allora anche in Friuli e Trentino, ma il risultato è stato sempre lo stesso. Nel frattempo il tempo passava, ed in questo modo il rischio era quello di superare i novanta giorni entro i quali la legge 194 consente l'aborto. Poco prima di arrendersi la donna è riuscita ad abortire grazie all'aiuto della CGIL, cui si era rivolta come ultima possibilità. La quarantenne in questione è già madre di due bambini, ed è riuscita ad interrompere la gravidanza all'ospedale di Padova, che è anche il primo posto in cui aveva fatto richiesta. L'assessore regionale alla sanità del Veneto ha detto che, dopo questa vicenda, farà partire un'indagine interna.
Questa storia rappresenta l'agonia di una donna in difficoltà, per giunta in un momento così difficile. In Italia sono tante le donne che si scontrano con problemi di questo tipo. La legge italiana, la 194, considera legale l'interruzione di gravidanza, purchè essa avvenga entro i tre mesi da quando si è rimaste incinta. La legge prevede inoltre che i medici possano prendere posizione come obiettori di coscienza, rifiutandosi di praticare l'aborto. La situazione è dunque paradossale: la legge c'è, ma spesso non può essere messa in pratica a causa degli obiettori. In effetti il motivo principale per cui la donna quarantenne ha ottenuto tanti rifiuti è stata la presenza di numerosi medici obiettori. Un problema decisamente attuale, considerando anche il fatto che quei pochi dottori che praticano l'aborto hanno file d'attesa così lunghe al punto da dover rifiutare molti dei pazienti che si propongono.
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