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28 Marzo 2017
Una donna di 25 anni di Treviso, una volta scoperto di essere incinta, ha subito comunicato la notizia all'azienda per la quale lavora. Invece di un augurio però, il suo datore di lavoro si è rivelato freddo e distaccato, ed anzi le ha intimato di devolvere l'assegno Inps per la maternità alla stessa azienda, oppure di licenziarsi. In altre parole l'azienda non voleva accollarsi le spese per la sostituzione della maternità, e ha così tentato di minacciare la dipendente, pena la perdita del posto di lavoro.
La donna è stata vittima di un vero e proprio ricatto: “o ci devolvi il tuo assegno di maternità, o ti licenzi”. La donna si è rifiutata sia di versare il proprio assegno di maternità, sia di licenziarsi, e si è affidata ai consigli del sindacato.
La donna ha un contratto da apprendista che si aggira sugli 800 euro al mese e, secondo quanto riferito dalla CGIL, l'assegno di maternità sarebbe andato a coprire i costi per la sua sostituta in ditta. “In soli tre mesi questa è la seconda giovane mamma che si trova a fare i conti con richieste del genere. Oggi purtroppo molti lavoratori accettano i ricatti di alcune imprese pur di ottenere un impiego o continuare a lavorare” ha detto Nicola Atalmi, segretario provinciale della CGIL di Treviso.