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Gran Bretagna, polemica sui tacchi alti: "Le donne non siano costrette"

I ricercatori dell'Università di Aberdeen hanno ipotizzato l'esistenza di una relazione tra alcune patologie e l'utilizzo frequente delle scarpe con il tacco alto.

Non è la prima volta che in Gran Bretagna si discute molto sulla "questione tacchi": già in passato, infatti, era stata avanzata la richiesta di scrivere una legge che impedisse alle aziende di "obbligare" le donne ad indossare i tacchi alti sul luogo di lavoro.

Una richiesta, questa, che in aprile era stata respinta dal governo inglese ma che ora potrebbe essere rispolverata in virtù di una serie di studi condotti dai ricercatori dell'Università di Aberdeen. Secondo le loro teorie, infatti, ci sono molti indizi che portano a pensare ad un legame tra l'uso dei tacchi alti e alcune patologie quali, ad esempio, la formazione dell'alluce valgo.

La questione, comunque, non riguarda solo i danni fisici che le donne potrebbero subire nel corso del tempo, ma anche aspetti socio-culturali. Le parole di Max Barnish, che ha condotto la ricerca, spiegano la complessità del fenomeno "tacchi": "Dalla nostra revisione è chiaro che, nonostante l'enorme quantità di dati che dimostrano come i tacchi alti siano dannosi per la salute, esistono complessi motivi sociali e culturali che li rendono attraenti".

"Certamente - aggiunge Heather Morgan, docente dell'Università di Aberdeen - noi non stiamo cercando di dire che si dovrebbero o non si dovrebbero indossare tacchi alti, ma speriamo che questo studio aiuti chi li indossa a tener conto dei rischi per la salute oltre che dei 'benefici' a livello sociale".

Sembra, dunque, che l'obiettivo principale di questi studiosi sia quello di spronare il legislatore a proibire alle aziende di imporre l'uso dei tacchi alle proprie dipendenti. Tacchi sì, ma solo se vengono scelti consapevolmente.

Photo credit: Flikr

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