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22 Febbraio 2017
Fa il giro del mondo la dichiarazione del presidente degli Stati Uniti Donald Trump, che avrebbe imposto alle sue dipendenti alla Casa Bianca di “vestirsi da donna”, obbligandole a portare i tacchi.
Le polemiche non si sono fatte attendere e come al solito tutto è partito dal web dove l’hashtag #dresslikeawoman, appunto “vestiti come una donna”, sta spopolando sui vari social. A molte donne, nonostante siano oggettivamente scomodi, piace portare i tacchi. Diverso però è il discorso quando i tacchi sono un’imposizione e non più una scelta.
Recente è la storia di Nicola Thorp, la receptionist di una società londinese licenziata per il suo rifiuto di indossare i tacchi alti a lavoro. La Thorp ha denunciato l’accaduto e aperto una raccolta firme online per chiedere la modifica della legislazione in materia, che consentirebbe al datore di lavoro di licenziare in caso di mancato rispetto del dress code. “Le donne possono essere intelligenti ed efficaci nel lavoro anche indossando scarpe basse”, commenta la Thorp, che, grazie alle 150mila firme raccolte, è riuscita a portare la questione all’attenzione del parlamento inglese.
Diversi i commenti e le provocazioni in giro per il web, qui di seguito vi proponiamo alcuni degli scatti della campagna di protesta #dresslikeawoman.
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