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25 Gennaio 2018
Buone notizie a proposito di parità tra i sessi: nel 2017, il numero di donne che siedono nei board delle società quotate è superiore a un terzo rispetto al totale dei membri dei Consigli d’Amministrazione. Lo dimostra la ricerca “Le donne ai vertici delle società italiane” condotta da Cerved.
La presenza femminile è cresciuta di 558 unità tra le società quotate in borsa e di 660 tra le controllate pubbliche. Un simile risultato è dovuto anche all’introduzione della legge sulle quote di genere, approvata nel 2011, che impone di riservare almeno un terzo dei posti all’interno degli organi di amministrazione al genere femminile. Le società quotate che rispettano questa disposizione sono 162 (70%) ma solo in 26 (11%) superano di almeno un’unità il minimo previsto.
I dati sono in aumento del 9,3% rispetto al 2016 e quattro volte superiori in confronto al 2011. Rimangono marginali i casi in cui le donne rivestono il ruolo di Amministratore Delegato (18 a fine 2017, cioè il 7,9% delle società) o di presidente del Cda (23 ovvero due in più rispetto al 2016).
Un grande successo per la legge sulle quote di genere, mentre nelle società che non sono soggette a queste disposizioni, la presenza femminile cresce lentamente.
Marco Nespolo, Amministratore Delegato di Cerved commenta così:
“La legge è stata un successo e ha trovato ampia applicazione anche se la crescita dove non ci sono quote rosa è lenta. Per avere un risultato profondo nel tessuto economico del Paese e per promuovere una maggiore presenza femminile anche negli spazi non contemplati dalla legge c'è molto da lavorare. Le imprese, ad esempio, possono utilizzare di più e meglio la tecnologia e lo smart working per favorire percorsi di carriera femminili più rapidi”.
Ed ora si punta sempre più in alto.
“Le imprese hanno potuto apprezzare il contributo femminile e oggi abbiamo board più giovani e competenti. Ma ora dobbiamo andare oltre. Servono più donne nei ruoli esecutivi e, prima che la legge scada, dobbiamo amplificarne l’effetto di contagio sull’intero sistema economico. Avere più donne ai vertici significa traghettare il Paese verso un orizzonte di crescita, benessere, modernità” ha aggiunto Lella Golfo, Presidente della Fondazione Marisa Bellisario.
Segnali positivi, in sostanza, che devono servire per raggiungere traguardi ancora più ambiti.