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Venduta all’asta per oltre 160mila euro la pistola con cui Van Gogh si sarebbe suicidato

L’arma 7 millimetri è stata comprata da un acquirente il cui nome è rimasto ignoto.

Il 27 luglio 1890 Vincent Van Gogh si sarebbe suicidato sparandosi in petto con una pistola di marchio Lefaucheux dal calibro di 7 millimetri. Oggi quella pistola, ormai arrugginita, è stata venduta all’asta a Parigi per 162.500 euro.

L’arma è stata ritrovata solo diversi decenni dopo la morte del celebre pittore: fu rinvenuta da un agricoltore negli anni ’60, proprio nel campo dove Van Gogh si sarebbe sparato. Secondo gli esperti, l’arma sarebbe rimasta sepolta in quel campo per tutti quegli anni. Sin da subito la pistola attirò l’attenzione di musei e collezionisti e venne ben presto definita come “l’arma più famosa della storia dell’arte”.

Oggi un acquirente rimasto anonimo se l’è aggiudicata partecipando per telefono all’asta della casa AuctionArt – Rémy Le Fur all’Hotel Drouot. Secondo la ricostruzione dei fatti avvenuti nel luglio del 1890, in realtà, Van Gogh non riuscì a uccidersi con quel colpo di pistola: svenne e poi, quando si risvegliò sanguinante, riuscì a tornare verso l’albergo presso il quale soggiornava. Lì fu curato dal medico Paul Gachet ma morì poco dopo.

Secondo alcuni studiosi americani, invece, Van Gogh, pur avendo, com’è noto, problemi psichici, non aveva intenzione di suicidarsi: secondo questa ricerca pubblicata nel 2011, il pittore fu colpito accidentalmente da un colpo esploso da alcuni ragazzi che giocavano in quel campo con un’arma. Ad oggi nessuna teoria è stata provata con certezza: quel che appare certo, però, è che il colpo che provocò la morte del pittore fu sparato proprio con l’arma appena battuta all’asta.

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