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50 anni fa Sharon Tate fu uccisa dalla setta di Charles Manson: sul massacro ancora tanti misteri

La moglie del regista Roman Polanski era incinta di 8 mesi.

Il 9 agosto del 1969 a Los Angeles la giovane e promettente attrice Sharon Tate fu uccisa insieme ad altre quattro persone da alcuni individui che facevano parte della setta di Charles Manson

Sharon aveva solo 26 anni, era la moglie del regista Roman Polanski e quando fu uccisa era incinta di 8 mesi. Insieme a lei persero la vita il noto parrucchiere delle star, Jay Sebring, il regista polacco Wojciech Frykowski e la sua compagna Abigail Folger; oltre a loro, fu ucciso anche Steve Parent, un 18enne che si trovò a passare di lì per caso e che fu freddato con un colpo di pistola.

In realtà, l’obiettivo dei seguaci di Charles Manson era quello di introdursi nella villa di Terry Melcher, artista e produttore musicale figlio di Doris Day: l’uomo poco tempo prima si era mostrato interessato ad alcune canzoni composte da Manson ma alla fine si rifiutò di produrle per la Columbia Records.

Manson non prese bene quel rifiuto e tornò nella villa del produttore per fargliela pagare: ma quel giorno nella proprietà trovò un fotografo amico di Sharon Tate, il quale gli spiegò che adesso la villa non apparteneva più a Melcher, bensì a Polanski e a sua moglie. L’attrice e il regista non conoscevano né Manson né i suoi seguaci ed è questo che rende ancora più folle e misterioso quel massacro.

Dopo un’infanzia difficile e una vita dedita al crimine, Manson negli anni ‘60 divenne un musicista hippy e aveva fondato “La Famiglia”, una setta nella quale predicava un’imminente guerra razziale al termine della quale sarebbe stato lui a portare un nuovo ordine nel mondo. Per scatenare questo scontro razziale, secondo lui, era necessario commettere delitti: fu così che i suoi seguaci fecero irruzione armati nella casa di Polanski e massacrarono tutti i presenti. Susan Atkins è il nome dell’assassina che pugnalò Sharon Tate per ben 16 volte, per poi usare il suo sangue e scrivere sulla porta la parola “pig”.

La notte dopo questi atroci omicidi, la banda fecero irruzione nella casa di Leno e Rosemary LaBianca, i proprietari di una catena di supermercati che furono torturati e poi uccisi barbaramente. “Helter skelter” sono le parole che gli assassini scrissero sui muri col sangue questa volta: significano “confusione” e in realtà sono il titolo di una canzone dei Beatles contenuta nel White Album. Secondo Charles Manson, questo brano conteneva la profezia segreta dell’imminente guerra razziale. I Fab Four si sono subito discostati dalle assurdità del capo della Famiglia, spiegando che il titolo si riferiva semplicemente allo scivolo di un parco divertimenti. Manson fu accusato di essere il mandante degli omicidi e sia lui che i suoi seguaci assassini hanno finito i loro giorni in carcere.

Dopo 50 anni, dei quali molti di indagini, sono ancora tanti i misteri che aleggiano su questa terribile vicenda che sconvolse Hollywood. Tanti altri attribuiscono quanto accaduto semplicemente alla follia di Manson e dei suoi seguaci, i quali facevano uso di sostanze stupefacenti.

A settembre anche in Italia uscirà “C’era una volta a... Hollywood”, il nuovo film di Quentin Tarantino ambientato proprio nel periodo antecedente al terribile delitto: tra i protagonisti della storia c’è anche Sharon Tate, interpretata da Margot Robbie a quanto pare in maniera magistrale. A sostenerlo è Debra Tate, la sorella dell’attrice uccisa nel massacro, la quale ha raccontato di essersi commossa molto nel vedere il film: “Mi ha fatto piangere perché recitava proprio come Sharon – ha detto a Vanity Fair - Il tono della sua voce era completamente identico a quello di Sharon, e mi ha commosso così tanto che grandi lacrime hanno iniziato a cadere”.

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