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02 Settembre 2021
Redazione 105
Quando Roberto Benigni si avvicina ad un microfono possiamo stare certi che ci saranno lacrime o a causa delle risate o a causa della commozione. Nel suo discorso di ringraziamento sul palco di Venezia ci sono stati entrambi i fattori; Benigni ha ritirato il Leone d’oro alla carriera durante il primo giorno del Festival del Cinema di Venezia e ha regalato al pubblico un discorso dedicato soprattutto alla moglie Nicoletta Braschi, una dichiarazione d’amore per lei e per la città di Venezia.
Ovviamente in apertura non è mancata la sua consueta ironia, provocante ed esilarante: “Mi meritavo un gattino, un micino, ma un Leone d'Oro alla carriera, qui a Venezia, è il premio più bello che si possa desiderare. Non è un'emozione, è di più: è un sentimento d'amore quello che provo e che vorrei restituire decuplicato. Quando l'ho saputo ho fatto passi di rumba, nudo però”. Per poi passare a toni più romantici parlando della compagna: “Non posso dedicare il Leone alla carriera a Nicoletta: è suo. Io mi prendo la coda, le ali sono le sue”. Un sodalizio d’amore, ma anche professionale il loro, in effetti. Il primo film insieme nel 1988, Il piccolo diavolo, e poi il matrimonio segretissimo nel 1991 a Cesena e poi tanti altri film insieme tra cui Johnny Stecchino, Il mostro, Pinocchio e La vita è bella.
Un vero poeta Benigni, oltre che eccelso attore, ha concluso così la sua dedica d’amore: “Talento, mistero, fascino e femminilità. Emani luce, amore a prima vista, anzi eterna svista. Abbiamo fatto tutto insieme per 40 anni, io conosco solo un modo per misurare il tempo, con o senza di te”.
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