Video intervista
25 Ottobre 2016
Pif torna al cinema con “In guerra per amore”. La sua opera prima come sceneggiatore e regista, “La mafia uccide solo d’estate”, del 2014, è stata un trionfo di critica e di pubblico, al punto da restituirgli due David di Donatello, due Nastri d’Argento e persino un European Film Award.
Oggi Pif, al secolo Pierfrancesco Diliberto, autore e conduttore Tv diventato celeberrimo grazie alle stagioni spese nei panni di Iena e alla fortunata serie “Il testimone”, nonché attore scelto da registi del calibro di Marco Tullio Giordana (“I cento passi”) o Fausto Brizzi (“Pazza di me”), ha scelto di raccontare una storia romantica d’amore e guerra, nei cinema da giovedì 27 ottobre.
La trama.. Siamo nella New York del ’43, quando Arturo si innamora di Flora, una giovane immigrata come lui promessa sposa del rampollo di una famiglia mafiosa insediata Oltreoceano. Ed è proprio nel tentativo di realizzare il proprio sogno d’amore che Arturo decide di arruolarsi nell’esercito americano, pronto allo sbarco in Sicilia. Lì, in un paesino chiamato Crisafullo, Arturo potrà finalmente trovare il padre della sua amata e chiedere la mano della ragazza.
La pellicola scandisce il grande ritorno di Pif alla regia, oltre che come sceneggiatore e attore protagonista, accanto a un supercast formato da Miriam Leone, Andrea Di Stefano, Stella Egitto, Aurora Quattrocchi, Robert Madison, Vincent Riotta, Maurizio Marchetti, Sergio Vespertino, Maurizio Bologna, Antonello Puglisi e Mario Pupella.
Un sogno che si realizza, il sogno di Pif: “Io è da quando ho 15 anni che voglio fare il regista cinematografico”, ha detto in diretta con Max Brigante, “La televisione è venuta per caso e soprattutto mai avrei pensato di essere ‘ in video’. Però io volevo fare il regista cinematografico, infatti, coi miei tempi, il primo film l’ho fatto a 38 anni”.
“Da bimbino scrivevo temi contro Andreotti... Interessato sin da piccolo agli oscuri intrecci tra mafia e società civile, tra mafia e politica e tra mafia e pubblica amministrazione, Pif ha ricordato quando tutto è cominciato: “Quando ero piccolino, lo dico sempre, mi raccontavano una cosa e io ne vedevo un’altra. Da ragazzino scrivevo temi contro Andreotti, a scuola. E quindi, poi, quando ho fatto il servizio alle Iene e sono andato da Andreotti a ricordargli che la sentenza diceva che lui era colluso con la mafia, per me era come aver vinto l’Oscar. Mi si era chiuso il cerchio. Il ragazzino che scriveva temi contro Andreotti era andato da Andreotti e glielo aveva detto in faccia. Non cambierà niente, gli dedicheranno la via ad Andreotti, però potrò dire ai miei figli ‘Io quello che potevo fare l’ho fatto”.
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