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Arriva il sì per la cannabis light: salvati circa 2mila posti di lavoro
Grazie a un emendamento alla legge di Bilancio, le attività di questo settore non dovranno chiudere.
È stato approvato un emendamento della Manovra che legalizza la vendita della cannabis light, ossia quella a basso contenuto di Thc. I negozi, le aziende agricole e i produttori stavano aspettando proprio questo verdetto che, se avesse avuto esito negativo, avrebbe comportato la chiusura delle loro attività. Invece adesso possono finalmente tirare un sospiro di sollievo: circa 3mila attività e 2mila posti di lavoro sono salvi.
Per il Senatore del Movimento 5 Stelle, Matteo Mantero si tratta di una grande vittoria per la quale è servita “un’opera di convincimento di quasi due settimane e 15 ore di fila di lavoro”. L’accordo è stato raggiunto dall’intera maggioranza, grazie alle firme di Francesco Mollame (M5S), Loredana De Petris e Paola Nugnes (LeU) e di Monica Cirinnà e Daniela Sbrollini (PD).
La vendita di cannabis light dovrà ovviamente seguire delle regole ben precise: il principio attivo deve essere inferiore allo 0,5% affinché la cannabis sia priva di effetti psicotropi e venga così esclusa dalla tabella delle droghe, diventando commerciabile. Il via libera partirà dal 1 gennaio 2020 e comporterà anche un gettito per lo Stato di circa 500 milioni di euro all’anno, considerando che, come previsto dall’emendamento, “l'intera pianta di canapa o sue parti, è sottoposta a imposta di fabbricazione applicando al prezzo di vendita le aliquote percentuali in misura pari a euro 12 per mille chilogrammi, per ogni punto percentuale di cannabidiolo (CBD) presente nella biomassa”.