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In Australia sta per aprire il primo museo d’arte subacqueo
È stato creato dall’artista Jason deCaires Taylor per proteggere la barriera corallina.
In Australia, più precisamente al largo della costa del Queensland, sta per aprire il primo museo d’arte subacqueo, il “Museum of Underwater Art” (MOUA). Avrebbe già dovuto aprire tempo fa ma l’inaugurazione è stata rimandata a causa della pandemia.
Le prime immagini dell’istallazione, però, sono già state pubblicate online: a realizzare le opere presenti in questo museo speciale è stato l’artista Jason deCaires Taylor e tra le sue creazioni spicca la “Coral Greenhouse”, una sorta di serra di coralli creata a ridosso della barriera corallina, la John Brewer Reef. Come tutte le altre opere di questo autore, ogni scultura posata sul fondale diventa poi una casa per la fauna e la flora sottomarina.
Questa serra, però, è diversa dalle altre istallazioni perché fa qualcosa in più: fornisce un luogo sicuro per la crescita dei coralli e misura la salinità dell’acqua. Grazie ad alcuni strumenti, i livelli di pH e di ossigeno sono monitorati continuamente, mentre una telecamera subacquea racconta la crescita delle creature marine che vivono nella struttura.
L’installazione è stata progettata per mitigare le forti correnti dell’Oceano e al suo interno sono presenti 20 statue che rappresentano degli studenti, definiti da Taylor come “i guardiani dei coralli”: sono proprio i giovani, secondo l’artista, a doversi prendere cura di questi piccoli animali marini, la cui sopravvivenza è sempre più a rischio a causa dei cambiamenti climatici.
Il surriscaldamento degli oceani è il tema di “Ocean Siren”, un’altra opera realizzata in questo museo e installata agli inizi di dicembre davanti al molo di The Strand di Townsville. Questa è l’unica opera del museo subacqueo a essere visibile dalla terra ferma: la scultura che emerge dal mare cambia colore in base alla temperatura della barriera corallina, diventando rossa man mano che l’acqua si riscalda. La statua ha le sembianze di Takoda Johnson, una bambina indigena di 12 anni che appartiene alla popolazione Wulgurukaba o Manbarra, ovvero coloro che sono considerati come gli abitanti originari di Palm Island nel Queensland. Con quest’opera, dunque, Taylor ha voluto rendere omaggio anche agli abitanti originari di questo territorio ma, allo stesso tempo, ha voluto lanciare un messaggio importante, spiegando che la sopravvivenza di tante creature marine oggi è messa a rischio dal surriscaldamento globale.
Presto il Museum of Underwater Art potrà vantare altre due installazioni, una a Palm Island e l’altra a Magnetic Island, ma di queste opere, a parte la collocazione, ancora non è stato rivelato nulla.