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Sette persone accusate di omicidio volontario per la morte di Maradona
La posizione degli indagati si è aggravata dopo la perizia: la morte si poteva evitare
Alcune ombre sulla morte del Pibe de oro, avvenuta lo scorso 25 novembre, erano già emerse a ridosso del triste avvenimento. Ci fu molta confusione sulle sue ultime ore di vita. Ora a sganciare la bomba dell’accusa di omicidio volontario è il quotidiano La Nacion che lo avrebbe appreso da fonti giudiziarie. Gli accusati sono gli infermieri Ricardo Omar Almirón e Dahiana Gisela Madrid, il coordinatore Mariano Perroni, il medico che ha stabilito il ricovero domiciliare, Nancy Forlini, lo psicologo Carlos µngel Díaz, la psichiatra Agustina Cosachov e il neurochirurgo Leopoldo Luque, medico di base di Maradona, l’intera equipe medica. I sette saranno chiamati a deporre a partire dal 31 maggio e per il reato di cui sono accusati possono essere puniti con pene dagli 8 ai 25 anni.
La decisione di rincarare la dose è arrivata a termine dell’attività svolta dal pool guidato da John Broyad che ha compreso una perizia medica, conclusa lo scorso 3 maggio, che cataloga la morte di Maradona come “evitabile".
La situazione è piuttosto grave, pare infatti che l’equipe medica abbia peccato di superficialità estrema, con cure "inadeguate, carenti e spericolate" e che abbiano affidato "al caso la salute del paziente". In più Luque è accusato anche di "uso di documento privato falso" per aver falsificato la firma del campione per richiedere una copia della storia clinica di Maradona alla struttura presso cui era ricoverato per un ematoma al cervello. Ai sette indagati sarà ritirato anche il passaporto per evitare che possano fuggire.