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Ecco quali sono le aziende più attente all’inclusione in Italia

Redazione 105

Equità della retribuzione, meritocrazia e work-life balance: a che punto siamo?

Great Place to Work Italia, azienda che si occupa di studio analisi del clima aziendale, ha stilato per la prima volta la classifica dei “Best Workplaces for Diversity, Equity & Inclusion”, ossia la classifica delle 20 migliori aziende italiane per inclusione, equità di trattamento e sostenibilità. Il luogo di lavoro più inclusivo per i collaboratori italiani è Sidea Group Srl, azienda leader nella consulenza nel campo dell’information technology, al secondo posto c’è Bending Spoons, realtà attiva nell’IT in qualità di sviluppatrice di applicazioni per dispositivi mobili, e terzo American Express Italia, impresa che si occupa di servizi finanziari e assicurazioni. Si tratta di aziende capaci di valorizzare il capitale umano, creando solide basi di fiducia con tutti i dipendenti, indipendentemente da ciò che accade al di là della vita lavorativa. L’88% dei dipendenti o collaboratori delle aziende premiate sostiene di “poter essere sé stesso” sul luogo di lavoro e l’85% è convinto che “i responsabili non facciano favoritismi” sul lavoro. In generale le domande fatte ai lavoratori valutavano imparzialità di trattamento, assenza di favoritismi, capacità di conciliare lavoro e vita privata, retribuzione e possibilità di essere sé stessi. Le principali differenze rilevate nelle aziende individuate come migliori rispetto alla media nazionale, riguardano l’equità della retribuzione (+23%), la meritocrazia (+18%) e il work-life balance (+16%). Alessandro Zollo, amministratore delegato di Great Place to Work Italia ha commentato l’indagine a livello generale: “La diversità è riconosciuta sempre di più come un valore da parte delle organizzazioni. Ma la diversità, sia essa di genere, orientamento sessuale o religioso, provenienza o età, di per sé non basta a generare valore per l’azienda: per farlo c’è bisogno di creare una cultura aziendale inclusiva ed equa, capace di dare a tutti i collaboratori la possibilità di esprimersi al meglio, indipendentemente dalle caratteristiche personali, dal ruolo ricoperto in azienda e dalle mansioni svolte”. Apportando questi miglioramenti “si avrà un ritorno positivo in termini di attrattività del brand, d’incremento della motivazione e di fidelizzazione dei collaboratori attraverso la creazione e il rafforzamento di una cultura innovativa e, tema assolutamente non trascurabile, anche rispetto alla promozione della sostenibilità in azienda dal punto di vista economico e sociale”, conclude Zollo. 

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