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Bannato da Facebook perché in ucraino il suo cognome è un insulto
L’ex calciatore russo Dmitry Khokhlov riceverà 1 milione di euro in risarcimento
Dmitry Khokhlov ha fatto causa a Facebook e ha vinto. Il tribunale di Mosca ha ordinato alla società di Mark Zuckerberg di risarcire con 65 milioni di rubli l’ex calciatore della nazionale russa e di sbloccare tutti i suoi profili bloccati a causa dell'equivoco.
La battaglia legale è cominciata a settembre quando l’ormai ex calciatore Dmitry Khokhlov aveva citato in giudizio Facebook. La piattaforma lo aveva bannato e aveva oscurato ogni contenuto legato al suo nome, per un motivo molto semplice: il suo cognome è un insulto in lingua ucraina. Khokhlov in ucraino avrebbe un significato offensivo e non meglio identificato. Dmitry Khokhlov ha giocato per CSKA Mosca, Torpedo, Lokomotiv Mosca, PSV, Real Sociedad e Dynamo Mosca. Con la nazionale russa ha giocato 53 partite segnando sei gol.
Facebook è la questione risarcimenti
“L’utente ingiustamente bannato da un social network ha diritto di ottenere il risarcimento del danno subìto a causa della sospensione delle proprie relazioni sociali”. Questo è quanto dice la legge per quanto riguarda l’Italia, così come ha stabilito la Corte d’appello dell’Aquila con la sentenza 1659 nel novembre 2020. I social network sono soggetti privati che offrono un servizio non essenziale e che possono essere autonomi nel dettare le condizioni condivise per le proprie piattaforme. I social network sono per tenuti, però, a valutare attentamente se i post risultino davvero offensivi o contrari agli “standard” della community prima di sospendere o rimuovere un account.
Non è sempre il social network a dover pagare. Una volta è capitato che sia stato un utente a dover pagare una somma stratosferica al social network. Si tratta di Adam Guerbuez, canadese e spammer di professione. Con un programma informatico illegale è riuscito a impossessarsi di alcuni profili e ad inviare quattro milioni di e-mail indesiderate agli utenti di Facebook. Lo spammer e la sua società sono stati condannati a pagare 1 miliardo di dollari, una cifra esorbitante calcolata moltiplicando un piccolo danno per ogni utente coinvolto nello spam!