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Acquista la coca su internet, invece della droga arriva la polizia
L’uomo aveva comprato le sostanze illegali su Telegram
I tempi cambiano, la droga non si trova più in piazza, si trova direttamente dallo smartphone. Qualcosa però è andato storto per un ragazzo che aveva ordinato della cocaina, ma gli hanno spedito la polizia. Il reso, in questo caso, non ha funzionato. Un ventisettenne di Trento ha utilizzato l’app Telegram per ordinare (illegalmente) degli stupefacenti, 4 grammi di cocaina per la precisione. L’acquirente ha scelto di farsi recapitare il pacco in una tabaccheria del centro, comoda da raggiungere e molto frequentata. Questo per evitare che il pacco fosse intercettato dai famigliari, che forse sarebbe stato il meno, visto come è andata a finire.
La storia è andata molto peggio (per lui) infatti: il pacco è stato erroneamente aperto prima della consegna e la cocaina è stata scovata. Così quando il giovane è andato a ritirare il suo ordine si è trovato davanti gli agenti della squadra mobile. Gli investigatori hanno arrestato il giovane che aveva addosso delle banconote false e a casa deteneva anche dell’hashish. Ora il ragazzo si trova ai domiciliari.
Il lockdown ha scatenato lo spaccio via web
La diffusione dello spaccio “online” è avvenuta grazie al lockdown che rendeva assai complicata la compravendita in strada. Telegram è un servizio di messaggistica che si presta molto alla proliferazione di canali illegali. Qui è possibile scambiarsi messaggi criptati e inviati con un timer per l'autodistruzione per non lasciare alcuna traccia.
Per questo motivo su Telegram trova terreno fertile anche la pirateria online con libri, musica e fim scaricabili gratis, ma illegalmente. In generale molto del vecchio "dark web" ora si è spostato su Telegram che però prova a contrastare ogni illegalità sulla sua piattaforma. L'azienda ha dichiarato che ha un regolamento esplicitamente contrario alla condivisione di dati illegali senza consenso o di altri illeciiti. Oltre a ciò, dispone di una forza sempre crescente di moderatori che ha già rimosso oltre 10mila comunità per la violazione dei termini di servizio.