TUTTO NEWS
Prof rifiuta il compito dell’alunno trans: "Ho di fronte a me una donna"
La scuola aveva già riconosciuto al giovane la carriera “alias”
"È successa una cosa gravissima. Un professore si è ripetutamente rifiutato di applicare la legge per il Piano personalizzato di studio e il regolamento per la Carriera Alias di uno studente che ha tutti i documenti in regola. 'Io davanti ho una donna', pronomi sbagliati, nome scelto sbarrato in un compito in classe. In un'altra classe frasi sessiste. È una mancanza di rispetto e della legge, oltre che una manifestazione di transfobia pura". Queste le parole di denuncia apparse sul profilo Instagram del liceo dove sono avvenuti i fatti, il Liceo Scientifico Cavour di Roma. Qui un professore si è rifiutato di accettare il nome usato dall'alunno trans per firmare il compito in classe. Così è scoppiata la polemica contro il prof. accusato di transfobia. "Sono due anni che mi chiama signorina - ha riferito lo studente al Corriere della Sera - ma da quest'anno c'è un regolamento che mi tutela, le scuse ricevute non bastano". In effetti l'articolo 4 del regolamento d'istituto approvato nel 2021 prevede l’utilizzo di un pronome diverso da quello anagrafico, all’interno dell’istituto scolastico.
La storia è stata raccontata per intero dal Collettivo Tommie Smith che riporta: “Quando la storia è finita in vicepresidenza, il professore ha continuato ad esclamare: 'Davanti a me ho una donna, non posso riferirmi a te diversamente'. La vicepreside ha preso le difese dello studente ma non sono stati presi provvedimenti disciplinari".
“Noi crediamo fermamente - continua il Collettivo - che la scuola dovrebbe rendere l3 student3 cittadini del domani, insegnare rispetto, educazione e inclusione. Il ruolo dell'insegnante è quello di fare un passo in avanti verso chi ne ha bisogno, non due indietro assumendo comportamenti discriminatori, sessisti e transfobici. Non è la prima volta che capitano episodi di questo genere nelle scuole e noi studenti e studentesse del Cavour pretendiamo che vengano presi provvedimenti disciplinari e legali nei confronti del docente, perché ognuno deve poter avere la libertà di esprimere al meglio la propria persona".
Visualizza questo post su InstagramUn post condiviso da Collettivo Tommie Smith (@collettivo_tommie_smith)
La questione è stata affrontata durante il programma 105 Kaos, con in collegamento Mario Adinolfi che ha sostenuto che il regolamento d’istituto non ha alcun valore giuridico, motivo per cui non si potrebbero prendere provvedimenti ai danni del professore “ribelle”.
Voi come la vedete?