TUTTO NEWS
I nomadi digitali si aggirano per il mondo, ecco chi sono e cosa fanno
Il fenomeno sta crescendo costantemente negli ultimi anni. La testimonianza di una 50enne: "Peccato che in Italia non sfondi"
"Sì, viaggiare / evitando le buche più dure". È questa la filosofia dei nomadi digitali o remote worker, ovvero quelle persone che lavorano completamente da remoto e hanno il desiderio di vivere in paesi diversi del mondo. Il tema dello smart working è stato al centro dei recenti dibattiti sociali. La costante crescita del fenomeno deriva degli effetti della scorsa pandemia che ha costretto milioni di lavoratori a svolgere la propria professione da casa.
Lavorare da casa può portare i suoi benefici come l’acquisizione di maggior tempo libero e optare per ritmi di lavoro meno stressanti, ma può essere anche (come abbiamo visto durante la pandemia) un alienamento sociale, che può portare a una chiusura verso il mondo. Nel caso dei nomadi digitali però lo smart working, a seconda dell’impiego che si ha, diventa una scelta libera per girare e scoprire il mondo. Queste persone spesso vivono in co-living space, case attrezzate come uffici, Wi-Fi super veloci, sale riunioni, stampanti con tutto il necessario per lavorare, trasformando lo smart working in una vera e propria esperienza di vita.
A dare la sua opinione è stata la nomade Grazia Zuccarini, esperta di relazioni pubbliche e comunicazione globale per diverse aziende: “Imparare a lavorare viaggiando è una grande cosa. Ti cambia la vita. Peccato che in Italia il fenomeno non sfondi, far capire ai brand nostrani che vai via per due mesi ma che comunque continui a lavorare non è facile".
Grazia prosegue parlando della visione chiusa che si ha in Italia verso questo modo di lavorare: “Gli italiani sono abituati a vederti sempre presente in ufficio. Quindi capisco la riluttanza. Tuttavia, nel resto del mondo lavorare a distanza è diventato la normalità. Le aziende hanno capito che risparmiano e che è importante viaggiare e lavorare insieme, tra l'altro è stato dimostrato che con questa modalità la produttività aumenta. Imparare a lavorare viaggiando è una grande cosa.”