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“Te lo si legge in faccia”: ecco cosa rivelano le espressioni del viso

L’uomo è dotato della mimica facciale più espressiva di tutto il regno animale. Grazie alle nostre espressioni possiamo comunicare sentimenti, stati d’animo, preoccupazioni e gioie. Lo conferma la scienza.

“Te lo si legge in faccia”: ecco cosa rivelano le espressioni del viso

Credits: Getty Images

26 Maggio 2023

Redazione 105

Un gesto vale molto più di mille parole. E forse è veramente così. Basti pensare anche alle nostre espressioni. L’essere umano è l’animale che ha più espressività di tutto il regno. Possiamo trasmettere parte di messaggi o far trapelare i nostri pensieri solo con uno un gesto (apparentemente) involontario. La gestualità arricchisce i discorsi, li identifica e caratterizza.

Smorfie, sguardi, segni d'intesa: la nostra mimica ci accompagna nelle giornate, è completamente parte di noi. Accanto c’è poi l’espressività voluta, quella che utilizziamo per “lanciare un segnale”: un’occhiata alla nostra amica, una stretta di mano complice al compagno, una carezza ai figli. Grazie alla nostra mimica, la mobilità facciale ci permette di fare dei veri e propri discorsi. Curiosità infatti vuole che, abituati alla mimica occidentale, i primi viaggiatori in Giappone si chiedevano se gli abitanti di quelle isole provassero i loro stessi sentimenti solo perché erano molto più bravi a mantenere il viso impassibile.

D’altro canto, la combinazione tra espressività e parole crea qualcosa di magico: l’empatia. Non importa se dai risvolti positivi o negativi, le vibrazioni tra esseri umani rendono chiari i rapporti. Tant'è vero che per le comunicazioni brevi via messaggio sono state inventate le emoticon: "faccine" che segnalano lo stato d'animo di chi scrive e che possono dare a una frase un significato del tutto diverso.

Ma perché sapere l’espressione di un'altra persona è così importante? Perché il cervello umano è una macchina “nata” per connettersi con gli altri: è modellato per leggere in modo veloce, efficace e automatico la mente altrui. Una capacità che hanno anche molti altri animali (soprattutto i primati), ma che solo nella nostra specie si è sviluppata così tanto. Osservare le espressioni facciali serve proprio a decifrare meglio il pensiero di altri individui. Cominciando dagli occhi, che non a caso hanno la sclera bianca per far capire dove si dirige il nostro sguardo. Se sappiamo dove un'altra persona sta guardando, capiamo che cosa sta catturando la sua attenzione e possiamo indovinarne le intenzioni o addirittura anticipare le sue azioni.

Gli scienziati hanno scoperto infatti che se osserviamo una persona che gira lo sguardo verso qualcosa di abbastanza piccolo da essere tenuto in mano, si attivano nel nostro cervello le stesse zone che useremmo se a prendere l'oggetto fossimo proprio noi.

Lo stesso vale per le emozioni: se una persona ha paura, le palpebre si aprono e si vede più sclera (più "bianco degli occhi"), nella felicità invece si stringono e il bianco diminuisce.

Alcuni esperimenti hanno dimostrato che bastano questi deboli segnali perché da una zona del cervello, l'amigdala, parta "l'ordine" che ci induce a provare a nostra volta timore o contentezza.

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