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Charlize Theron sul ruolo delle donne: “Dovevamo essere secondarie”
L’attrice si è raccontata a tutto tondo, dall’Oscar vinto sino alle prospettive per il futuro
Charlize Theron, vincitrice di un Oscar nel 2004 per il film Monster è una figura eccezionale nel mondo del cinema. A 48 anni, è una delle poche star rimaste dell’epoca pre-internet e pre-social media e ha tracciato una carriera unica. Ha dimostrato la sua versatilità interpretando ruoli drammatici e complessi, spesso dando voce a storie femminili intense e non convenzionali.
Nonostante una difficile infanzia segnata da un padre alcolizzato e violento, la cui morte fu causata dalla madre per legittima difesa, Charlize ha evitato di essere ridotta a un “Barbie Stereotipo” La sua bellezza è innegabile, ma è stata in grado di dimostrare il suo talento e la sua profondità come attrice. Ha avuto relazioni sentimentali, ma ha sempre mantenuto la sua indipendenza, rifiutando di sposarsi. Inoltre ha adottato due bambine, Jackson di dieci anni e August di sette, e le sta crescendo da sola.
Immancabile anche una riflessione sull’industria cinematografica di oggi, impegnata in una battaglia contro le piattaforme di streaming. “Quando il mondo cambia, certi passaggi tecnologici sono al di fuori del nostro controllo. Quando è arrivato il sonoro, sembrava una cosa dell’altro mondo. L’idea che, improvvisamente, gli attori parlassero in un film era inaudita, in senso letterale. Ho letto molti libri su come quella rivoluzione di cento anni fa sia stata un terremoto sulle abitudini del pubblico e sulla realizzazione dei film, anche a livello creativo. Per me, bisogna guardare alle novità pensando a come renderle funzionali. Lo streaming cambia il modo di consumare i film? Indietro non si torna, come non si torna al cinema muto. Però credo che le sale resteranno. Tocca agli artisti, agli attori, agli sceneggiatori e ai registi capire come le loro opere vivranno in questi due spazi”.
Oggi alle donne viene dato un grande potere, mentre a quelle della sua generazione era affidato un ruolo marginale: “Ci era richiesto di essere secondarie, di restare un passo indietro. Siamo state zitte a lungo, anche di fronte a problemi enormi. Quello che oggi mi ispira e mi rende molto felice è vedere come le attrici giovani siano già di un’altra pasta. Stanno cambiando non solo il cinema, ma il mondo intero. Sono una generazione che potrà permettersi di prendersi spazi per noi impensabili”.
Mai però smettere di lottare: “Non esiste il momento in cui puoi avere la certezza che tutto filerà liscio e che i tuoi sogni si realizzeranno per incanto. Il problema è che ci sono tantissime donne che lottano come disperate e le opportunità non arrivano lo stesso. Perché per noi sono sempre troppo poche. Ho fondato una casa di produzione anche per questo: per aprire la porta a una generazione giovane che ha bisogno di emergere, con i progetti giusti”.
E per il futuro lascia aperte le porte della regia: “Sono una madre single, le mie figlie sono ancora piccole. Senza un compagno che condivida con me l’impegno della famiglia non posso dirigere un film: troppo tempo fuori casa e troppo tempo lontano con la testa. Quando le ragazze saranno più grandi e andranno a studiare in un’altra città o a vivere fuori casa, ci penserò”.