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Credits: Getty Images
28 Dicembre 2023
Redazione 105
Negli ultimi anni si fa sempre più attenzione al tema della salute mentale e agli effetti che gli eventi negativi hanno sulle persone. Proprio per questo, si parla sempre più spesso di trauma dumping, un’accezione che in italiano viene tradotta con “scarico del trauma”.
Con trauma dumping si indica l’atteggiamento di tutte quelle persone che tendono a sfogare la loro frustrazione sugli amici, parlando per ore e ore dei propri problemi. Sebbene all’apparenza possa portare sollievo, sappiate che questo atteggiamento ha delle conseguenze sull’altro. Se non si sanno bilanciare pensieri positivi e negativi e si scarica tutta la propria tristezza su un proprio amico, quest’ultimo potrebbe subire gli effetti più malsani del vostro atteggiamento.
Trauma dumping è un neologismo nato sui social network e definisce tutti quei monologhi in cui ci si sfoga sulla propria vita senza che l’altro sia pronto e preparato ad accogliere le richieste. Esistono degli esperti, come gli psicologi, che studiano per anni per capire come trattare una persona emotivamente triste. Un amico o un parente, tuttavia, potrebbe non essere in grado di farlo, subendo passivamente tutta la vostra frustrazione. Chi si lascia andare al trauma dumping di solito non è consapevole di cosa sta facendo e, involontariamente, non lascia spazio all’altro di esprimersi.
Un confronto è utile quando entrambe le parti si scambiano delle opinioni: se solo uno dei due interlocutori parla dei suoi problemi, invece, può diventare una conversazione frustrante e pesante da portare avanti. Se ci si sfoga, per esempio, con persone molto sensibili, queste potrebbero cadere in uno stato di ansia e angoscia. Per evitare di cadere nella trappola del trauma dumping è importante riconoscere i propri limiti ed equilibrare i pensieri che scorrono nella nostra mente: non siamo obbligati a dire tutto, così come gli altri non sono obbligati ad ascoltare ogni vostro problema. La cosa importante è non monopolizzare una conversazione e chiedere all’altro di esprimere anche i suoi sentimenti: solo così potrete creare un dialogo costruttivo e funzionale.
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