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Rilevati su Marte enormi composti di carbonio, segnali di vita?
Sono stati estratti da un campione di fango fossilizzato nella regione chiamata Cumberland
La missione Curiosity della NASA continua a stupire con nuove e affascinanti rivelazioni. L’ultima scoperta riguarda il rilevamento delle più lunghe molecole organiche mai identificate sul suolo marziano: catene composte da 10, 11 e 12 atomi di carbonio, rispettivamente decano, undecano e dodecano. Questi composti sono stati estratti da un campione di fango fossilizzato nella regione chiamata Cumberland, situata all’interno del cratere Gale.
Molecole antichissime conservate per miliardi di anni
Queste molecole sono alcani lineari, strutture chimiche fragili e rare da conservare nel tempo. Eppure, secondo gli scienziati, sarebbero sopravvissute per ben 3,7 miliardi di anni. A guidare la ricerca è stata Caroline Freissinet, chimica del CNRS francese, che insieme al suo team ha replicato i risultati attraverso test condotti sulla Terra, confermando l’autenticità della scoperta.
Una metodologia delicata per non distruggere i composti
Per evitare la combustione delle molecole, il campione è stato trattato con un potenziatore chimico e poi riscaldato in modo controllato fino a circa 850 °C. Questo ha permesso di analizzare il materiale tramite gascromatografia-spettrometria di massa, rivelando la presenza di idrocarburi a catena lunga, mai osservati prima sul Pianeta Rosso.
Vita su Marte? Una possibilità da non escludere
Sebbene queste molecole possano formarsi anche tramite processi non biologici, la loro struttura è simile a quella di composti biochimici terrestri. Alcuni ricercatori suggeriscono che si tratti di prodotti universali della chimica della vita, che potrebbero essersi generati attraverso la degradazione di composti più complessi, forse di origine biologica.
Questa scoperta segna un punto di svolta: dimostra che molecole organiche complesse possono sopravvivere in ambienti estremi come Marte. Curiosity ha trovato indizi anche in passato – come composti aromatici, zolfo e nitrati – ma questa volta le molecole lineari rappresentano una novità assoluta.
Siamo ancora lontani dal provare con certezza che la vita sia mai esistita su Marte, ma queste scoperte aprono la strada a missioni future che potrebbero indagare in profondità, magari in zone dove l’acqua è ancora presente. Intanto la possibilità che la vita sia nata anche altrove nel Sistema Solare non appare più così remota.