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Nuovi glutei a 33 anni: boom di commenti (non tutti positivi)
Un intervento estetico raccontato senza filtri: dolori post-operatori, insulti online e la scelta di mostrarsi per quella che è
Chirurgia estetica e verità: oggi più che mai, raccontare un intervento può scatenare reazioni forti. Lo sa bene una podcaster e imprenditrice inglese, che ha scelto di rifarsi i glutei a 33 anni e raccontare tutto — senza vergogna, ma con onestà.
Nel suo podcast Nip, Tuck, We Don’t Give A..., ha parlato apertamente dell’operazione, tra risultati entusiasmanti e un recupero per nulla semplice. “È molto doloroso ma comunque lo volevo raccontare e condividere tutto il processo”, ha spiegato poco dopo l’intervento.
Ma la sincerità ha un prezzo. Dopo aver googlato il proprio nome, si è ritrovata sommersa da critiche feroci. “Aveva fatto troppi ritocchi”, scrivono alcuni. E lei risponde: “Non potevo mentire sull’operazione, vengo insultata se lo dico e insultata se non lo dico”. Insieme alla co-host Lauren Harris, arriva alla sintesi perfetta: “Sei fottuta in entrambi i casi”.
Un risultato che parla da solo
Nonostante lo scetticismo iniziale di chi le stava vicino — “Pensavo fosse troppo, ma guarda, è venuto benissimo”, ammette Lauren — l’intervento ha avuto esiti estetici sorprendenti. Tanto che, con tono ironico, lancia un’accusa implicita: “Garantisco che il 98% delle influencer o di chi posta video fitness ha fatto lo stesso intervento”.
Ma oltre al fisico, c’è anche un lato mentale e fisico molto pesante. Giorni interi passati a pancia in giù, gonfiore, disagio. “Mi sentivo gonfia e orribile”, confessa. Ma il suo approccio resta positivo: dire le cose come stanno, senza edulcorare.
In un mondo dove il corpo è esposto e giudicato, raccontare un intervento chirurgico può ancora essere un atto di coraggio. E questa storia lo dimostra: dietro ogni cambiamento, ci sono scelte personali, dolore, forza. E la libertà di dire: “Lo rifarei subito”.