Cervello giovane? Vivrai più a lungo: lo studio su 44.000 persone

Dimenticate le candeline sulla torta: la vera età che influisce sulla nostra salute è quella biologica, soprattutto quella del cervello. Uno studio pubblicato su Nature Medicine ha dimostrato che un cervello giovane è il più potente indicatore di longevità, capace di prevedere con precisione il rischio di Alzheimer e di morte prematura.

Un algoritmo che misura l’età degli organi

I ricercatori della Stanford University hanno analizzato i dati di oltre 44.000 persone tra i 40 e i 70 anni, seguite per ben 17 anni. Utilizzando sofisticate tecniche di laboratorio, hanno misurato nel sangue quasi 3.000 proteine, alcune delle quali specifiche di organi come cuore, fegato, polmoni, rene, muscoli, grasso corporeo e naturalmente cervello. Con queste informazioni, è stato creato un algoritmo in grado di assegnare un’età biologica a ciascuno degli 11 sistemi di organi.

Il cervello, protagonista assoluto

Tra tutti gli organi, è il cervello a mostrare le connessioni più forti con la salute futura. Avere un cervello che invecchia rapidamente aumenta di 12 volte il rischio di ricevere una diagnosi di Alzheimer nel decennio successivo. Ma non è tutto: il cervello risulta anche il miglior predittore di mortalità per ogni causa. Un cervello “vecchio” alza il rischio di morte del 182%, mentre uno “giovane” lo riduce del 40%.

Prevenzione e nuove frontiere mediche

Lo studio apre a prospettive promettenti nella prevenzione: conoscere l’età biologica del cervello può aiutare ad anticipare diagnosi e pianificare interventi mirati. In futuro, la medicina potrebbe puntare a ringiovanire gli organi, rallentandone il deterioramento prima che compaiano le malattie. Un obiettivo ambizioso ma sempre più realistico, considerando i progressi nella diagnostica e nelle tecnologie di intelligenza artificiale applicata alla salute. Mantenere il cervello giovane, dunque, non è solo una metafora: è un investimento concreto sulla qualità e sulla durata della vita.