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Suicida dopo malattia sul lavoro: lo Stato rivuole il risarcimento da 1 milione di euro

L'uomo si è tolto la vita per depressione dopo lungo calvario medico.

Non c'è pace per la famiglia di V.S., un ex agente della polizia penitenziaria nel carcere "Costarelle" di Preturo (L'Aquila) che si è tolto la vita dopo un lungo calvario medico e giudiziario.

L'uomo nel 2011 aveva contratto la legionella sul posto di lavoro. La malattia aveva peggiorato un quadro medico già complicato, accentuando la sua patologia cardiaca e costringendolo a sottoporsi ad un trapianto di cuore.

Dopo una lunga battaglia legale, il Tar dell'Aquila gli aveva riconosciuto un danno di circa 1 milione di euro in primo grado. Ma intanto questo lungo calvario aveva gettato l'uomo nella depressione, tanto da indurlo, due mesi fa, a togliersi la vita.

Ora però il ministero di Giustizia, Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria, chiede alla vedova (che non lavora e ha tre figli minori da mantenere) la restituzione del risarcimento, sostenendo che non vi sono prove del fatto che l'ex agente abbia contratto la malattia sul lavoro.

Così l'avvocato della famiglia, Antonello Carbonara, dovrà ripresentare tutta la documentazione che raccontano il calvario medico dell'uomo e dimostrano (nuovamente) la presenza del batterio della legionella sul luogo di lavoro.

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