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Greta Thunberg non accetta un premio di 46mila € dai Paesi Nordici e li rimprovera sul clima
Si tratta del Nordic Council Environmental Award 2019, un riconoscimento per chi si batte per l'ambiente.
La giovane attivista Greta Thunberg ha vinto un premio di 46mila euro. Ma non lo ha accettato. Si tratta del Nordic Council Environmental Award 2019, riconoscimento dei Paesi Nordici, conferito a chi si distingue per l'impegno a favore del clima. Greta ha scritto un lungo post sui social per motivare questa scelta. Scelta che è stata presa per la posizione della Svezia in merito ai temi ambientali, non brillante secondo la ragazza.
"Voglio ringraziare il Nordic Council per questo premio. Lo considero un grande onore. Ma il movimento contro il cambiamento climatico non ha bisogno di ulteriori premi. Quello di cui abbiamo bisogno è che i nostri politici e le persone al potere comincino ad ascoltare gli scienziati". Comincia così il messaggio di Greta, che al momento di trova in California.
Non nega l'interesse che da sempre la Svezia e i Paesi Nordici hanno mostrato per il clima. Ma c'è un però. "I Paesi nordici hanno un’ottima reputazione nel mondo quando si parla di questioni climatiche e ambientali. Non mancano mai di vantarsene o di spendere belle parole. Ma se guardiano alle nostre emissioni correnti e all’impatto ecologico pro capite – includendo i nostri consumi, il nostro import, l’aviazione e il trasporto marittimo – allora è tutta un’altra storia".
L'attivista continua dicendo che in Svezia e in tutti i Paesi Nordici, secondo il WWF e il Global Footprint Network, si vive come se si avesse a disposizione quattro pianeti. "In Norvegia, per esempio, il governo ha concesso di recente un numero record di permessi per cercare petrolio e gas. Si prevede che l’apertura di queste nuove attività nel giacimento “Johan Sverdrup” produrrà petrolio e gas naturale per i prossimi 50 anni; petrolio e gas che genereranno a livello globale 1,3 tonnellate di emissioni di CO2".
Prosegue facendo una riflessione in merito alle direttive comunitarie per abbassare la temperatura globale a 1,5 o 2 gradi: quello che stanno facendo i Paesi Nordici è lontanissimo da questo obiettivo. "E ancora non si vedono segnali dei cambiamenti richiesti", aggiunge.
E conclude poi: "L’accordo di Parigi, firmato da tutti i Paesi Nordici, si basa sull’equità, il che significa che i Paesi più ricchi devono dare il buon esempio. Noi viviamo nei Paesi che avrebbero la possibilità di fare di più. Ma che ancora non fanno sostanzialmente niente. Per questo motivo, finché voi non comincerete a fare quello che la scienza reputa necessario per limitare l’aumento delle temperature globali a meno di 1,5 o addirittura 2 gradi celsius, io – e il movimento svedese del Fridays For Future – scelgo di non accettare il Nordic Councils Environmental Award né il relativo premio in denaro di 500mila corone svedesi (circa 46mila €)".
Ecco il post.