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02 Giugno 2017
Francesco Bonami, noto critico d'arte, è tornato a 105 Friends per presentare il suo nuovo libro. Il titolo? "L'arte nel cesso" (Mondadori), un titolo molto provocatorio che riassume i cent'anni dell'arte contemporanea. Una corrente che parte da un orinatoio, quello di Marcel Duchamp del 1917, e arriva al gabinetto in oro massiccio (utilizzabile, se lo si desidera, per fare i propri bisogni) esposto recentemente da Maurizio Cattelan al Museo Guggenheim di New York. Il titolo, però, non è solo di una sintesi: è anche una sorta di sentenza.
. Il titolo? "L'arte nel cesso" (Mondadori), un titolo molto provocatorio che riassume i cent'anni dell'arte contemporanea. Una corrente che parte da un orinatoio, quello di Marcel Duchamp del 1917, e arriva al gabinetto in oro massiccio (utilizzabile, se lo si desidera, per fare i propri bisogni) esposto recentemente da Maurizio Cattelan al Museo Guggenheim di New York. Il titolo, però, non è solo di una sintesi: è anche una sorta di sentenza.
"La rincorsa di un'idea migliore di un'altra secondo me è finita - ha spiegato Bonami -. Duchamp nobilitava un oggetto comune esponendolo in una galleria su un piedistallo e firmandolo. Cattelan conclude il ciclo: riporta l'oggetto comune ad essere comune, e lo fa diventare di lusso. L'arte dovrebbe tornare a raccontare delle storie, a dirci qualcosa, a farci emozionare".
Attraverso una serie di racconti e riflessioni, l'autore ci mostra perché ora all'arte non bastano più solo idee che si rincorrono con l'obiettivo di essere una più rivoluzionaria dell'altra. E perché, provocazione dopo provocazione, la contemporaneità ha esaurito il suo potere di stupire. E conclude che, per tornare a essere utile, l'arte deve ritrovare la capacità d'inventare e narrare storie, recuperando quell'essenziale cocktail di ingenuità e genialità che è alla base della creatività umana.
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