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19 Luglio 2017
Sono ormai passati 25 anni da quel terribile 19 luglio 1992, quando un’autobomba esplose in via Mariano D’Amelio a Palermo, provocando l’uccisione del giudice Paolo Borsellino e di cinque agenti della scorta della Polizia di Stato: Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Emanuela Loi, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina.
Una strage mafiosa che ha profondamente scosso tutta l’opinione pubblica, arrivata tra l’altro appena due mesi dopo quella di Capaci, dove persero la vita il giudice Giovanni Falcone, sua moglie Francesca Morvillo e tre agenti della scorta: Rocco Dicillo, Vito Schifani e Antonio Montinaro.
Questa mattina il Ministro dell’Istruzione Valeria Fedeli sarà proprio in via D’Amelio, dove si terranno le celebrazioni per ricordare il giudice scomparso, insieme alla commissione Antimafia. “Di Paolo Borsellino ricordo il sorriso. Solare, simpatico, sempre pronto a farti uno scherzo: quante risate ci ha fatto fare quando rubava le paperelle che Giovanni custodiva gelosamente sulla sua scrivania per chiedergli poi il riscatto” afferma il presidente del Senato Paolo Grasso.
Borsellino era un uomo tenace e risoluto, che aveva dedicato tutte le sue energie per sconfiggere la mafia, nonostante le ripetute minacce che subiva. Il suo impegno e il suo sacrificio sono rimasti nella memoria collettiva del nostro Paese e sono ancora oggi un esempio per tutti noi. “Un giudice vero fa quello che ha fatto Borsellino, uno che si trova solo occasionalmente a fare quel mestiere e non ha la vocazione può scappare, chiedere un trasferimento se ne ha il tempo e se gli viene concesso. Borsellino, invece, era di un'altra tempra, andò incontro alla morte con una serenità e una lucidità incredibili”: queste le parole di Antonino Caponnetto, magistrato italiano che guidò il pool Antimafia nel 1980, nel 1984 e nel 1990.
Nella nostra gallery vogliamo far rivivere il ricordo del giudice Paolo Borsellino attraverso le sue frasi.
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