Music Biz
Ultimo: “Un discografico rifiutò ‘Sogni appesi’, avevo 17 anni e ne uscii distrutto”
Il giovane cantante romano racconta della sua difficile gavetta.
Niccolò Moriconi, in arte Ultimo, è un cantante romano che, a soli 23 anni, riesce a riempire gli stadi: il 4 luglio scorso, nello stadio della sua città, l’Olimpico di Roma, gli spettatori accorsi per ascoltarlo erano ben 64mila. Questo suo tour è andato così bene che ne ha già programmato un altro, sempre negli stadi, per l’estate del 2020.
Per l’artista, che si è fatto conoscere anche grazie alle partecipazioni a Sanremo, ora la strada sembra tutta in discesa, ma non è stato sempre così. Per Niccolò, infatti, la gavetta è stata molto dura.
“Prima di cominciare a lavorare con la mia attuale etichetta, le strade le ho provate un po’ tutte – ha raccontato in un’intervista a Repubblica - comprese quelle per le quali ti presenti alle case discografiche dicendo che sei amico del fratello della cugina del marito della figlia, insomma quelle cose lì. Avevo 17 anni e avevo appena scritto Sogni appesi, la cantai davanti a un discografico: ricordo che si avvicinava l’estate e il discografico mi disse: ‘La canzone è bella ma la gente vuole divertirsi, soprattutto d’estate’, come se la musica fosse fatta per il divertimento estivo”.
Quel rifiuto segnò profondamente il giovane artista: “Ne uscii distrutto, non riuscivo a credere che una cosa così tanto sentita venisse scartata perché non rispondeva al divertimento – ha spiegato ancora - ‘Sogni appesi’ ha ricevuto talmente tante porte in faccia che quando la canto in uno stadio mi riempio di orgoglio, perché rivedo passarmi davanti tutte quelle persone”.
All’Olimpico Ultimo ha cantato questo brano per chiudere il concerto e alla fine si è anche commosso: “Questa è la canzone più importante tra quelle che ho scritto – ha spiegato - è l’ultima che suono nei concerti, l’ultima traccia del mio primo disco nonché la dodicesima, e dodici è il mio numero preferito. Mentre la cantavo all’Olimpico sapevo che era l’ultima canzone in scaletta e che per un anno non avrei più cantato in pubblico prima della prossima estate. Mi ha dato un po’ di tristezza – ha concluso - ho pianto, però era anche un pianto liberatorio”.
Ultimo, insomma, ce l’ha fatta, è riuscito a realizzare il suo sogno, ossia quello di poter vivere di musica. Per questo si sente fortunato e ha deciso di restituire in qualche modo il grande dono che ha ricevuto: “Ho deciso di donare una parte dell’incasso dei prossimi concerti per alcuni villaggi in Mali – ha annunciato – partirò a ottobre per visitarli. Ricambio la fiducia e la buona sorte che mi è stata data”. Il cantante ha deciso di sostenere un progetto Unicef in Mali per la vaccinazione e la realizzazione di impianti idrici e servizi igienico-sanitari.