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Francesca Fioretti, vedova di Davide Astori, parla per la prima volta delle indagini sulla morte del marito

Redazione 105

Giovedì sarà presente all'udienza per conoscere la verità sul caso

Sono passati quasi tre anni dalla morte di Davide Astori, avvenuta il 4 marzo 2018. Da allora Francesca Fioretti non aveva mai parlato pubblicamente delle indagini sulla morte del compagno, all’epoca capitano della Fiorentina e padre della loro figlioletta Vittoria. Quello che le indagini avrebbero cercato di stabilire è se sia stato fatto tutto il possibile per evitare la tragedia, o meno. L’imputato è il professor Giorgio Galanti, allora responsabile sanitario della Fiorentina, che ha scelto di essere giudicato con rito abbreviato.

L'udienza è prevista per giovedì, ma alcune indiscrezioni sono trapelate sul sito dell’Ansa. Sembrerebbe che la superperizia abbia certificato come le aritmie cardiache rilevate nei controlli di routine da Astori dovessero consigliare esami più approfonditi come l’holter cardiaco. La conclusione però sembra essere che nemmeno questo esame avrebbe potuto rilevare la cardiomiopatia aritmogena biventricolare di cui soffriva il capitano della Fiorentina. 

Francesca Fioretti non ha apprezzato la fuga di notizie prima del tempo e ha espresso il suo parere in un lungo post su Instagram in cui ha dichiarato che sarà presente in aula giovedì per verificare che giustizia sia fatta, in memoria di Davide.

“Se esisteva anche la più piccola possibilità che avesse a disposizione un minuto in più, un’ora in più o la sua vita intera, io credo che quella possibilità dovesse essere esplorata, che lui meritasse di averla e che tutto ciò che l’ha ostacolata debba in caso venire alla luce. Per lui e per evitare che succeda di nuovo. Nutrivo molti dubbi sull’essere presente di persona alla prossima udienza, ora sento di dover essere lì, a dimostrare simbolicamente, con forza e senza rancore, che è solo in quell’aula che la verità potrà essere accertata, accettata e condivisa. Il passato e il futuro ci chiedono di essere coraggiosi. ”, 

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