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Credits: Getty Images
24 Settembre 2024
Redazione 105
Recenti studi scientifici hanno rivelato che vivere in affitto accelera l’invecchiamento biologico più di condizioni come la disoccupazione o il fumo. Secondo la ricerca, gli affittuari vivono uno stress cronico che porta a un innalzamento dei livelli di cortisolo, l’ormone dello stress, con conseguenze dirette sull’invecchiamento della pelle, la formazione di rughe e un generale declino della salute.
I dati raccolti, analizzati dal team di ricerca, dimostrano che il tasso di invecchiamento biologico di chi vive in affitto è il doppio rispetto ai disoccupati e supera del 50% quello dei fumatori ed ex fumatori. Le principali cause di stress per gli affittuari includono difficoltà economiche, traslochi frequenti, rischi ambientali e la mancanza di manutenzione adeguata degli alloggi. Questi fattori, nel tempo, possono generare una situazione di tensione permanente, che si ripercuote negativamente sulla salute fisica e mentale.
Interessante notare che gli affittuari che vivono in alloggi sovvenzionati dallo Stato non presentano lo stesso livello di invecchiamento accelerato. Questo suggerisce che una maggiore sicurezza abitativa, garantita da politiche abitative più stabili e accessibili, potrebbe ridurre gli effetti negativi dello stress legato alla vita in affitto.
Lo studio si basa sui dati raccolti nell'ambito dell'UK Household Longitudinal Study, che ha esaminato i campioni di sangue di circa 1.500 persone, evidenziando le connessioni tra condizioni abitative e salute. Amy Clair, una delle ricercatrici principali, ha sottolineato l'importanza di garantire case sicure e accessibili per proteggere la salute pubblica. Le persone con un reddito basso o con risparmi limitati riportano livelli di stress maggiori, con effetti negativi sulla qualità della vita e sul lavoro. Migliorare le politiche abitative potrebbe quindi avere un impatto significativo sul benessere generale.
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