Video intervista

Silvio Muccino a 105 Mi Casa con il suo nuovo libro: "Parlo di una generazione che non teme di farsi mettere in crisi"

Si intitola "Quando eravamo eroi" il nuovo romanzo dell'attore e regista romano, ospite di Max Brigante.

14 Marzo 2018

Silvio Muccino è passato a 105 Mi Casa per parlarci del suo nuovo libro, il primo scritto individualmente: "Quando eravamo eroi" (La Nave di Teseo). La copertina, sulla quale compaiono tre ragazzini vestiti da supereroi in una strada deserta, trae in inganno, come spiega lo stesso autore a Max Brigante: il romanzo, infatti, non parla né di bambini, né di supereroi, ma di adolescenti che si sentono costantemente fuori luogo, avvolti da un senso di alienazione che li estranea dal resto del mondo.

Non a caso i protagonisti si sono ribattezzati "Gli Alieni": "Si sono conosciuti al liceo, in quella zona d'ombra della vita che sono i 17-18 anni - racconta Muccino -. Come tanti adolescenti si sono ritrovati riconoscendo le loro diversità, il loro senso di alienazione rispetto al mondo, la loro incapacità di starci dentro, di sottostare alle regole".

Questa unione viene sconvolta da un evento: "Ad un certo punto uno di loro scompare nel nulla per 15 anni, nessuno sa più nulla di lui. Questa assenza incide profondamente sulla vita degli altri, al punto che il gruppo si disgrega e si normalizza. Entrano tutti nel tran tran della vita". 

Dopo aver fatto perdere le tracce per così tanto tempo, l'amico scomparso si rifà vivo: invia loro un messaggio dicendogli che ha bisogno di rivederli. Così viene organizzata una sorta di rimpatriata di tre giorni in una casa di campagna in Umbria, una specie di ultimo incontro che, in realtà, si rivelerà un nuovo inizio, una rivoluzione: "Arrivano venerdì forti di una vita che si sono costruiti, sicura, e lunedì nulla sarà più come prima". 

Silvio Muccino rivela anche qual è la visione che lo ha guidato, assieme alla musica (ha creato una playlist intitolata come il romanzo) nella scrittura del libro: "'Quando eravamo eroi' è un titolo che ricorda un momento della vita in cui non si aveva passato, ma un presente sconfinato e un futuro tutto da scrivere. Quindi nel tuo immaginario puoi essere ciò che vuoi. Quando invece entri nei 30-40 anni il passato inizia a farsi un po' più pesante, il presente si restringe e il futuro è colmo di aspettative. Io però credo che questo ritratto generazionale parli di una generazione che non ha paura di farsi mettere in crisi, ma che è costantemente alla ricerca, così come lo è Alex, il protagonista della storia". 

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