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05 Dicembre 2022
Elisa Lam era una studentessa di psicologia canadese, arrivata a Los Angeles il 26 Gennaio 2013, per un viaggio di piacere. Decise di stare al Cecil Hotel, una struttura tristemente famosa per un susseguirsi di eventi negativi come suicidi, omicidi e altri crimini all’interno delle sue stanze. Elisa era solita chiamare i genitori lontani ogni giorno, alla stessa ora per rassicurarli.
Il 31 gennaio, però, non arrivava alcuna chiamata e i genitori molto preoccupati contattarono la polizia di Los Angeles, che iniziò ad indagare sulla sua scomparsa, ma senza successo. La sua stanza d’hotel si trovava perfettamente in ordine, sui social non aveva postato nulla, non c’era niente che facesse presagire una tragedia. Dopo un mese e mezzo, il 14 Febbraio la polizia rese pubblico un video delle telecamere di sicurezza dell’hotel, in cui si vede Elisa, la mattina del 31 Gennaio, entrare in ascensore. Le immagini sono assolutamente inquietanti: la ragazza si muove a scatti, è guardinga, sembra temere l’arrivo di qualcosa, o qualcuno, cerca di proteggersi con le mani da qualcosa di invisibile.
A fine del video, esce dall’ascensore sparisce nel nulla. Poi il 19 febbraio la svolta: alcuni clienti si lamentano per una riduzione della pressione dell’acqua fuoriuscente dai lavandini e dal soffione della doccia. Durante i controlli alle botti d’acqua sul tetto, alcuni tecnici, trovano il cadavere di Elisa Lam dentro una delle enormi taniche, rannicchiato. Il suo corpo era nudo e i suoi vestiti con lei nella tanica, la salma non presentava alcun segno di trauma.
Dall’autopsia viene fuori che Elisa Lam è deceduta per annegamento. Si tratta comunque di un episodio molto strano: la ragazza sarebbe salita sul tetto (allarmato), si sarebbe arrampicata sull’alta tanica e poi si sarebbe tuffata dentro, richiudendo alle sue spalle il coperchio!
Sulla sua morte sono state fatte diverse congetture. Gli agenti di polizia hanno però scoperto che la ragazza soffriva di bipolarismo, ma aveva interrotto bruscamente le sue terapie. Questo le aveva portato allucinazioni: secondo la ricostruzione, la ragazza era fuggita dalle presenze che vedeva e si era rifugiata sul tetto, trovando nella tanica un rifugio sicuro. Si sarebbe quindi trattato di un incidente, ma questa spiegazione non soddisfa tutti e le ipotesi più strampalate ancora proliferano.
Nel 2021 una docuserie ha raccontato la misteriosa vicenda. Il regista Joe Berlinger ha spiegato così il progetto: “Non avevo intenzione di trattare una tragedia come una semplice storia di fantasmi, sarebbe stato mancare di rispetto alla vittima, privandola della sua umanità. La mia serie vuole concentrarsi sulla vittima, e porre attenzione sul punto saliente di essa, ovvero sul fatto che non è avvenuto alcun crimine concreto”.Il video originale delle telecamere di sorveglianza è ancora visibile sul web e rimane la cosa più inquietante di tutta questa storia.
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