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“River Cleaning è una eco-tecnologia sostenibile, che si occupa di intercettare i rifiuti che veicolano dei corsi d’acqua come, per esempio, la plastica e che poi vanno a finire in mare. Ci sono circa 10/15 milioni di tonnellate di plastica che vanno a finire nei mari di tutto il mondo. La cosa più intelligente da fare è cercare di fermarli a monte, quindi nei fiumi. Riusciamo ad intercettare i rifiuti, portarli al punto di raccolta e avviare il riciclo senza che vengano contaminati dall’acqua salata e in questo modo si possono riutilizzare realmente”
Il materiale termoplastico è riutilizzabile molte volte, è sufficiente che sia pulito. Una bottiglia di plastica, finché è in un fiume è sufficiente un lavaggio per pulirla, se invece va a finire in mare non si può fare nulla se non bruciarla. È indispensabile non gettare una risorsa come quella della plastica, perché anche nel caso in cui rimangano dei residui degli alimenti all’interno dei contenitori, è sufficiente procedere con dei lavaggi, ma la plastica è sempre riciclabile.
Vanni Covolo, Ceo di River Cleaning, ha spiegato:
“La plastica che andava a finire nei fiumi che è l’85% di quella che va a finire in mare, purtroppo andava a finire in mare, e quindi abbiamo sviluppato questo sistema che è meccanico funzionale: una barriera composta da una serie di ruote posizionate una dopo l’altra inclinate a 90 gradi nel corso d’acqua, sotto di esse c’è una specie di elia che le fa ruotare quindi il sistema funziona senza nessun tipo di energia aggiunta grazie alla corrente dell’acqua sposta il detrito da una ruota all’altra fino al punto di raccolta e ciò permette di intercettare in modo preciso tutti i rifiuti che arrivano. La barriera è munita di sensori, sistemi di controllo da remoto, in casi di alluvione si alza ecc. è un sistema molto sicuro.“
Per maggiori approfondimenti: rivercleaning.com e @river.cleaning