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Fase 2, quali sono le attività più a rischio? Ecco le classi per ogni lavoratore

Allo studio la fase 2, quella di convivenza con il virus, che dovrà determinare quali attività fare ripartire prima.

Fase 2, quali sono le attività più a rischio? Ecco le classi per ogni lavoratore

16 Aprile 2020

Il Governo sta studiando un piano per far ripartire l'Italia. La fase 2, quella di convivenza con il virus, potrebbe essere alle porte e, per capire quali saranno le attività che pian piano riprenderanno a lavorare, si stanno analizzando i livelli di rischio per ogni lavoratore. Le aziende che prevedono un minore assembramento saranno le prime a ripartire, quelle con un tasso maggiore le ultime. Vediamo nel dettaglio tutte le attività e le relative classi di rischio

L’agricoltura, l’estrazione di minerali, le attività manifatturiere, la fornitura di elettricità, gas e acqua hanno un rischio integrato basso. Insieme a loro ci sono anche le attività editoriali, quelle per la produzione cinematografica, le attività legate ai servizi finanziari e assicurativi e quelle professionali. E ancora: le attività immobiliari, le agenzie di viaggio, le imprese di costruzioni e le biblioteche. Rischio medio-basso, invece, per i servizi di vigilanza, per la scuola e l'istruzione. 

Tra le attività, al contrario, considerate più rischiose per il contagio da Covid-19, compaiono l’assistenza sanitaria, l’assistenza sociale non residenziale e il trasporto aereo. Rischio medio-alto per la pubblica amministrazione, per il settore delle scommesse e delle lotterie e anche per le attività legate ai servizi per la persona. 

Anche le classi di aggregazione sociale sono determinati in questa fase in cui si sta studiando cosa far ripartire prima. Livello di rischio 4, quello più alto, per le crociere, i centri commerciali, le attività artistiche e di intrattenimento/eventi e le attività sportive. Rischio 3, medio-alto, per il trasporto terrestre, marittimo, aereo, l’alloggio, la ristorazione, la produzione cinematografica, le telecomunicazioni, le agenzie di viaggio, l’assistenza sanitaria, l’istruzione, l’assistenza sociale, le biblioteche. 

Non sempre le classi di rischio coincidono con quelle di assembramento sociale, questo perché sono al vaglio anche diverse modalità di gestione delle varie attività, al fine di evitare gli affollamenti.

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